Je rajouterai, avant de le ranger,
ce court passage de l’introduction, à méditer :
« L’artista
rende esotico il quotidiano, restituisce agli oggetti la loro alterità (logorata
dall’abitudine) e la rende percepibile ; il viaggiatore desideroso di conoscere
rende quotidiano l’esotico, si lascia rapire e si materializza altrove. Comincia
ad abitare una città straniera quando ha trasferito in essa le sue capacità di
annoiarsi, quando cioè ha modellato il luogo per sè e sopratutto sè per il luogo,
al primo cristallizzarsi dell’abitudini : quel percorso fatto più di tre volte,
quel caffè, quel numero di autobus, quel mercato… Colonizza il luogo attraverso
la ripetizione o ancor meglio si lascia colonizzare. »
5 novembre 2002